Libri da scoprire- A Picinisco sulle tracce di Lawrence, la storia di Alvina e del suo amore: The lost girl
di Martina Salvatore
TITOLO: The lost girl
AUTORE: David Herbert Lawrence
GENERE: Romanzo
Vi avevamo detto che questa settimana avremmo cambiato destinazione al nostro viaggio e come promesso lasciamo l’orbita russa per una scampagnata a Picinisco.
Perché proprio Picinisco è stato la dimora di David Herbert Lawrence per un discreto periodo a cavallo del primo conflitto mondiale. Il romanzo di cui vogliamo parlarvi è “The Lost Girl” iniziato alla fine del 1912 sul Lago di Garda e ripreso nel 1920 in Sicilia.
Prima di raccontarvi cosa accade alla protagonista, vorremo mostrarvi gli avvenimenti che portarono l’autore de “L’amante di Lady Chatterley” a soggiornare a Picinisco. Le ragioni che spinsero Lawrence e sua moglie Frieda a lasciare l’Inghilterra e soggiornare a lungo in Italia sono di tipo sanitario, legate ai suoi soventi problemi respiratori che si trasformarono in Tubercolosi dopo il suo lungo viaggio intorno al mondo. La ricerca di un clima mite con inverni brevi e secchi lo portarono dapprima a Capri, poi nel 1919 per un breve ma fruttuoso periodo a Picinisco dove visitò i paesi limitrofi e l’abbazia di Montecassino. In fine si stabilì a Taormina nel 1920 dove in sole 8 settimane terminò The Lost Girl, totalmente basato sulle vicende ed i ricordi di Picinisco.
In questo romanzo, intriso di descrizione che rimandano alla ricerca di una mistica comunione con l’universo e il ritorno a una primitiva semplicità, Lawrence crea un personaggio femminile alla ricerca di una forte indipendenza. Si tratta, infatti, di una giovane donna inglese di buona famiglia, Alvina, che gradualmente perde la sua posizione sociale e si ritrova a reinventarsi in diverse professioni dall’infermiera e ostetrica alla pianista nel piccolo teatro popolare allestito dal padre.
Finirà tra le montagne laziali per seguire il suo grande amore Ciccio, un saltimbanco. Cosa accadrà alla giovane eroina fautrice del proprio destino? La società inglese costantemente attaccata a quelli ideali ancora vittoriani e perbenisti la considerano una ragazza perduta, lei però troverà la sua strada grazie alle sue scelte anticonvenzionali e controcorrente.
Il libro comincia così: “Prendete una cittadina di minatori come Woodhouse, con una popolazione di diecimila anime, vecchia di tre generazioni. E’ evidente che le tre generazioni successive devono aver dato origine a una società bene organizzata. La nobiltà della contea, per sfuggire alla vista di tutto quel carbone estratto dalle viscere della terra, è andata a fiorire, con i suoi dividendi delle azioni metallurgiche, in regioni rimaste ancora idilliche. Unico magnate superstite, grande e inaccessibile, è il proprietario locale delle miniere, il quale ha tre generazioni dietro le spalle e si arrampica faticosamente su per l’ultimo gradino della nobiltà, respingendo sotto di sé con una pedata la massa amorfa. Ma non lo prenderemo in considerazione”.